Ancora una volta nell’ennesimo disposto legislativo “la legge di stabilità” le forze politiche hanno invaso la riserva di caccia del pianeta casa. e Tari, Tasi ,che fanno il Trise, non sono uno scioglilingua: il carico lo abbiamo già valutato ….
Il comparto edilizio, settore trainante dell’economia, è arrivato allo stremo, ed ha bisogno non di soli bonus fiscali nell’ambito della ristrutturazione e manutenzione, considerato che mancano anche le risorse per attendervi, ma di ben altre cure per uscire dal limbo in cui è precipitato, ma soprattutto ha bisogno di scrollarsi dalle spalle quel carico fiscale che lo ha, ormai, interamente soffocato.
Ci si domanda se, invece di aggiungere pesi, o spostarli, con abili giochi di prestigio, non sarebbe stato più opportuno dotarsi di un robusto paio di forbici e provvedere a salutari potature per porre rimedio al perdurare delle gravi e diffuse difficoltà in cui versano le famiglie italiane, in particolare quelle a basso reddito, che sono al punto di non riuscire, neppure, a pagare gli oneri condominiali, o, che, avendo contratto un mutuo e perso il posto di lavoro, rischiano l’esproprio della casa.
A questo punto occorre ricordare che chi a suon di sacrifici ha investito i risparmi di una vita nell’acquisto di un bene primario quale la casa, certamente non merita vessazioni, ma riconosci-mento del valore sociale dei suoi sforzi e solidarietà nel momento di crisi.
Visto che il Paese è in completa recessione, o meglio al collasso, ci si aspettava dalle forze politiche governative un po’ più di coraggio, inutile trarre illusioni da ipotetici “lumicini” che appaiono in fondo al “ tunnel”. Se non si comincia da un forte abbattimento della spesa pubblica, eliminando, da subito, i privilegi della politica e gli sprechi, il finanziamento pubblico ai partiti, dimezzando gli emolumenti dei parlamentari, riorganizzando lo Stato con soppressione del microcosmo degli enti territoriali, accorpando i Comuni più piccoli, salvaguardando le province, eliminando il grande carrozzone delle regioni, non riusciremo a cambiare rotta. Privatizzare, anche, i servizi locali e le società partecipate può tornare utile: non si può continuare a chiedere sacrifici ai soliti noti: da una classe dirigente che voglia essere responsabile, ci si aspetta un nuovo stile di sobrietà
avv. Marco Evangelisti dott. Flavio Maccione
presidente nazionale Appc segretario generale Appc
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