Osservazioni sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo muni

Osservazioni sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo municipale. L'APPC deve preliminarmente sottolineare le criticità che stanno alla base dell'intero sistema di tassazione prospettato dalle disposizioni in materia di federalismo fiscale. L'unica fonte di entrata per i comuni risulta costituita da imposte comunque gravanti sulla proprietà immobiliare. Dopo la soppressione delle imposte statali -devolute ai comuni nella prima fase della riforma- verrà introdotta una nuova imposta- l'IMUP- di natura patrimoniale perché la base imponibile sarà costituita dal valore catastale, ma di cui ancora sfuggono gli elementi essenziali. A questa nuova imposta si aggiungerà l'ICI, che non verrà abolita, e si costituirà una doppia imposizione di natura patrimoniale sulla cui Costituzionalità è lecito avanzare serissimi dubbi. Oltre a ciò completerà il sistema impositivo la cedolare secca sui canoni di locazione che per come appare formulata rischia di affossare i contratti concordati che risulterebbero privi di ogni attrattiva perché perderebbero le agevolazioni fiscali di cui oggi beneficiano. E' necessario quindi che il Governo ripristini per questi contratti le attuali agevolazioni in caso di scelta del regime della cedolare. Già così il sistema appare iniquo per più di un motivo (chiama alla contribuzione dei comuni solo una categoria di cittadini ed è basato su una duplicazione di imposte patrimoniali che colpiscono sempre lo stesso cespite,la casa, anche se non produce reddito) e se poi si considera che è prevista per i Comuni la possibilità di introdurre, dal 2014, una nuova imposta denominata Imposta Municipale Secondaria, appare certo, al di là delle buone intenzioni espresse, un aumento, la cui entità non è al momento determinabile ma presumibilmente molto ingente, del prelievo fiscale generale. L' APPC esprime quindi il proprio dissenso sulle linee guida ispiratrici del progetto di riforma governativo. L'impianto federativo dello stato poteva e doveva essere finanziato secondo principi diversi, e non articolarsi in un sistema che al momento sembra colpire in modo pesantissimo solo la proprietà immobiliare. In altri paesi come la Svizzera, la cui struttura federale certamente funziona in modo egregio, la maggior parte delle entrate dello stato federale sono legate alla fiscalità indiretta mentre l'essenzialità della fiscalità diretta, senza alcuna discriminazione tra categorie di cittadini, va ai comuni e ai cantoni. Ma soprattutto manca nel decreto ogni rilievo dei cittadini nel processo decisionale. Sempre per citare la Svizzera, nella confederazione l'introduzione di una nuova tassa deve obbligatoriamente ottenere l'avallo dei cittadini ed anche l'utilizzo di fondi pubblici , sia livello confederale che locale, è spesso oggetto di referendum. Appare grave che, nel momento in cui si opera una profonda riforma dell'assetto dello stato, proprio per renderlo più vicino alle esigenze delle comunità locali, non si prevedano limiti al potere di tassazione e si escludano i cittadini da ogni meccanismo decisionale. Il Segretario Generale APPC Leandro GATTO

Quanto contenuto nel presente articolo ha carattere esemplificativo e non esaustivo per approfondimenti specifici occorre consultare, se iscritti , la sede A.P.P.C.

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