LA CASA RUBATA

Nel terzo millennio, dopo che da decenni la storia ha sanzionato il fallimento delle ideologie collettivistiche, scopriamo (in realtà è una sgradevole e amara conferma) che in Italia vi sono 49 mila alloggi pubblici occupati abusivamente, -oltre a moltissimi e non quantificati alloggi di proprietà privata come dimostra il recentissimo caso di Via Curtatone a Roma- e che tra il 2004 e il 2013 le occupazioni sono aumentate del 20 per cento con un picco, per citare integralmente Goffredo Buccini che scrive sul Corriere della Sera di sabato 2 settembre, "tra il 2011 e il 2013 quando gli tsunami tours degli antagonisti invadevano anche cinque o sei palazzi alla volta".

Si tratta evidentemente della versione postmoderna di quegli espropri proletari teorizzati e praticati negli anni 70 da frange della sinistra extraparlamentare con la non trascurabile differenza che oggi agiscono dei "racket delle occupazioni" gestiti da organizzazioni malavitose che mascherano con motivazioni solidaristiche e di "sinistra" i loro sporchi traffici.

Questa è la situazione drammatica che emerge anche dalle parole dette dal Capo della Polizia, non da un qualunque quaraquaqua, alla Commissione Parlamentare d'Inchiesta sulle periferie, frasi che descrivono i criminali incroci tra stranieri e pregiudicati italiani nelle occupazioni di interi stabili della periferia romana.

Una realtà che mina le fondamenta dello stato di diritto, calpesta i principi fondativi di ogni comunità che vuole dirsi civile, è agli antipodi di una società costruita sui valori delle democrazie liberali dell'occidente.

In questo quadro drammatico lascia allibiti la presa di posizione di Magistratura Democratica che, in riferimento ai fatti di Via Curtatone, rivendica la "prevalenza dei diritti sociali e umani su quelli di proprietà". Il che all'atto pratico significa che il proprietario che si trova la casa abusivamente occupata, vandalizzata, azzerata nel valore commerciale, può scordarsi di richiedere il ripristino della legalità perché valgono di più i diritti di chi ha occupato e vandalizzato. E' ovvio però che dovrà continuare a pagare le tasse sulla casa occupata, su questo lo Stato non transige.

Non è tollerabile che chi è chiamato a difendere la proprietà privata rifiuti di esercitare la propria funzione in base ad una gerarchia dei diritti, o presunti tali, elaborata in spregio alle norme costituzionali.

Attendiamo allora l'intervento del Presidente della Repubblica, nel suo ruolo di garante istituzionale, per capire se la proprietà privata è ancora un bene tutelato dal nostro ordinamento o se abbiamo imboccato una deriva pericolosissima anche per la tenuta democratica del paese.

Avv. Mario Fiamigi
Vice presidente nazionale APPC

Quanto contenuto nel presente articolo ha carattere esemplificativo e non esaustivo per approfondimenti specifici occorre consultare, se iscritti , la sede A.P.P.C.

Condividi Articolo:   
SU