Ancora sulla tassazione immobiliare (repetita iuvant)
Il documento presentato dall’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) all’audizione davanti alla Commissione VI Finanze della Camera dei Deputati lo scorso 7 ottobre ci permette di fare un sempre utile quanto sconfortante ripasso sull’evoluzione del prelievo fiscale riguardante gli immobili.
Nel periodo 2008-2013 (anno in cui le imposte sulla casa ammontavano “solo” ad 20,4 miliardi di euro rispetto ai 23,9 miliardi del 2014) l’imposizione fiscale sugli immobili risultava aumentata del 111% a fronte di un aumento medio in Europa del 23%.
Nel 2014 le imposte sono ulteriormente aumentate del 9,8% rispetto al 2013 portando alle casse dello stato 3,8 miliardi in più dell’anno precedente.
Lo “straordinario” risultato è merito dell’accoppiata IMU-TASI che ha incrementato il gettito del 17,1% (si passa da 20,4 miliardi del 2013-IMU- ai 23,9 miliardi del 2014 –IMU+TASI).
Ne consegue che l’aumento della pressione fiscale sul possesso degli immobili ha raggiunto la fantasmagorica percentuale del 143,5 % in soli tre anni.
Ma queste cifre non devono stupire quando si utilizza la fiscalità immobiliare come principale (unico?) strumento di risanamento dei conti pubblici (fatto gravissimo che APPC ha sempre denunciato sin dalla sciagurata manovra del Governo Monti), ed infatti nel 2011 gli incassi derivati dall’ICI rappresentavano l’ 1,3% delle entrate per poi passare al 3% nel 2012 con l’introduzione dell’ IMU .
Infine con l’invenzione della TASI nel 2014 si è generato , alla faccia di tutte le smentite e le false assicurazioni dei politici, un aumento della tassazione per tutti gli immobili, sia che fossero abitazione principale, casa in affitto o capannoni delle imprese.
Per le case date in locazione nella maggior parte dei comuni TASI e IMU si sommano con un aumento del peso del fisco sino al 3,6%.
Lo studio dell’ANCE fa anche un esempio significativo: una casa affittata a Roma per 400 euro al mese sopporta un carico fiscale di 1928 euro, il 40% del reddito viene quindi divorato dallo Stato.
Questi sono i numeri nudi e crudi, dicono tutto e non credo necessitino commenti.
Mario Fiamigi
Vice Presidente Nazionale APPC
Quanto contenuto nel presente articolo ha carattere esemplificativo e non esaustivo per approfondimenti specifici occorre consultare, se iscritti , la sede A.P.P.C.