La svolta organizzativa della struttura APPC

Nel lontano 1974, in quel post sessantotto, mentre la società si apprestava ad evolversi molto rapidamente, fu l’intuizione di un piccolo gruppo a costituire il sodalizio associativo, di questo, tra gli altri, facevano parte il leader carismatico Leandro Gatto e Maria Montaldi, che per l’inizio mise a disposizione risorse e locali: a tutti va la nostra stima ed il nostro apprezzamento.

E’ doveroso rivolgere un pensiero anche a tutti coloro che nel lungo percorso condiviso hanno lasciato un segno indelebile nell’attività associativa, sia in idee che in umanità, continueremo a lavorare anche nel Loro ricordo, perché Loro nell’Appc hanno, veramente, creduto.

I padri fondatori, già all’inizio,” avevano pensato in grande”, infatti lo Statuto era stato articolato prevedendo la costituzione di sedi periferiche, con una visione di insieme di quella che oggi è la struttura dell’Associazione.

L’idea era scaturita dall’esigenza di costituire una organizzazione per contrastare le politiche inique e perverse dei governi dell’epoca nei confronti della piccola proprietà: fu, così, che operai, artigiani, impiegati, commercianti, pensionati si riconobbero nell’ Associazione, che, tra le altre finalità, aveva lo scopo di tutelare il risparmio e la piccola proprietà nel rispetto dei valori democratici.

All’epoca per rilanciare la casa, quale elemento fondante del risparmio, si ravvisò la necessità di portare avanti una strategia di lotta, creando una struttura sempre più rappresentativa e che, come interlocutore qualificato, avesse un peso nei rapporti con le istituzioni.

Lo sforzo sostenuto dai dirigenti dell’Appc fu “epocale” in quanto si doveva fare in fretta e bene e con lo sguardo al presente sempre proiettato al futuro. Certamente in questa fase Leandro Gatto (al quale vorrei estendere, anche a nome di tutti voi, un forte abbraccio in segno di amicizia e riconoscenza, sì, perché senza la sua opera oggi non saremo qui a celebrare il quarantesimo dell’associazione!) Leandro, infatti, fu determinante nel sapere tessere e portare la presenza Appc prima nelle più importanti città italiane, per poi farla crescere ed espandersi, fino ad arrivare all’ambito riconoscimento ministeriale, da parte dell’allora Ministero dei Lavori pubblici, quale organizzazione della proprietà tra le più rappresentative a livello nazionale.

In quegli anni, il pianeta casa passò dal regime di blocco degli affitti, detestato dalla nuova categoria di proprietari, che aspiravano ad ottenere la disponibilità dell’immobile acquistato, alla Legge 392/78, che voleva riportare a una durata a termine i contratti di locazione, con un canone da definire a norma di Legge: il cosiddetto “equo canone”, dal quale sono derivate diatribe tra le contrapposte categorie dei proprietari e degli inquilini.

Nel 1992 si giunse alla Legge 359 introduttiva dei meglio conosciuti “Patti in deroga”, per concludere con la Legge n° 431 del ‘98, dettata dal desiderio di una maggiore liberalizzazione.

L’aspetto sindacale della tutela della proprietà, unito alla creazione di servizi agli associati, affinché questi potessero meglio districarsi tra le maglie della macchina burocratica, fornendo loro un’area di consulenza specifica, fu certamente l’arma vincente, tuttora quanto mai efficace!

Con l’evoluzione dei tempi la realtà Appc mise radici sempre più profonde e si consolidò su tutto il territorio.

Fu la realizzazione della rivista “Piccola proprietà”, espressione del pensiero e delle attività Appc, a costituire il primo collante tra le sedi.

La promozione di manifestazioni, convegni, approfondimenti è stata per anni la linfa alla quale l’Appc ha attinto, così come le conferenze stampa ed i comunicati hanno costituito attività serrata ed incessante dell’Associazione, che si è spesa in lunghe, estenuanti, memorabili battaglie fiscali, e le forme di protesta, come, ad esempio, l’affissione di migliaia di manifesti in tutte le città d’Italia, facevano emergere, a poco a poco, il DNA dell’Appc.

Tutto questo oggi è solo un ricordo, ma costituisce la storia dell’Associazione, perché gli anni scorrevano, ma la casa era, ed è rimasta nel tempo, il comparto più gettonato da parte di tutte le compagini governative e, talvolta, “urlare” sugli organi di stampa è stata una strategia vincente.

Oggi possiamo essere soddisfatti per quanto l’Appc rappresenta, dobbiamo, però, sapere mantenere il consenso che ci è stato conferito dalle migliaia di associati sparsi su tutto il territorio nazionale.

Infatti, nell’affrontare un momento storico di grandi difficoltà, dobbiamo continuare ad essere vicini ai nostri iscritti, contrastando ogni politica vessatoria nei confronti della casa, senza perdere di vista che l’Appc è forte perché ha saputo essere sempre con la gente e vicino alla gente, e l’essere con la gente deve rappresentare un elemento caratterizzante.

Anche per questo si è ritenuto di dare una svolta a tutta la struttura organizzativa.

Questa è passata attraverso una serie di punti cardine, quali il consolidamento di tutte le realtà territoriali, l’innovazione, l’informatizzazione, il decentramento e la flessibilità.

Oggi, pertanto, possiamo contare su una struttura agile a sostegno di una presenza capillare ben radicata su tutto il territorio nazionale. Mezzi, quali il collegamento skype tra le sedi, il sito internet ed il servizio “segreteria nazionale informa” ci consentono contatti in tempo reale per operare al meglio.

Va sottolineato che il sito internet, rinnovato nei contenuti e nella grafica, consente una cooperazione di maggiore efficacia ed il rilevante, lusinghiero numero di visite ne testimonia l’apprezzamento. Il servizio “Segreteria nazionale Informa” ha voluto proporsi oltre che come elemento di informazione, anche come elemento di formazione.

La nuova struttura organizzativa ha ritenuto, poi, di avvalersi del Centro studi come momento di confronto e di approfondimento, e come punto di riferimento pragmatico per rispondere, risolvere e sciogliere in modo rapido, preciso, costruttivo interrogativi, che possono ingenerare dubbi e preoccupazioni.

Per rispondere alle necessità centrali e territoriali, le parole d’ordine che hanno regolato le nostre direttive organizzative sono state decentramento e flessibilità, finalizzati ad acquisire un ruolo sempre più incisivo e determinante.

Nell’ applicazione di una maggiore flessibilità, la struttura, anche per effetto del nuovo Statuto, si avvale dell’opera di supporto ed apporto di quattro vicesegretari nazionali, che operano per aeree di competenza, ai quali va il ringraziamento per la collaborazione, la disponibilità, l’impegno e la pazienza nell’ascolto.

Sono loro che mettono a fuoco le varie necessità ed esigenze che i coordinatori regionali raccolgono sul territorio perché l’Esecutivo nazionale possa dare attuazione ai programmi associativi e possa dare voce anche alla protesta quando i poteri centrali dello Stato sembrano indirizzare alla proprietà attenzioni solo per ricavare risorse, dimenticando che il piccolo proprietario non va né spremuto, né vessato, ma va apprezzato per quanto ha fatto e per quanto fa, anche in ossequio a quanto sancito dall’articolo 47 della Costituzione.

E’ il risparmio di tanti, che, tradotto in mattoni, ha fatto sì che l’82% degli Italiani non dovesse ricorrere allo “stato sociale” per il bene casa.

Ma, troppo spesso, e, soprattutto, gli ultimi governi hanno affossato la casa e con essa ogni elemento del progredire.

Non va dimenticato, infatti, che, in una libera economia, sviluppo e crescita passano anche attraverso il comparto del mattone. Se il settore dell’edilizia ha perso centinaia di migliaia di posti di lavoro è proprio perché non si è creato quel tessuto necessario all’investimento.

Va rilevato che nel percorso fatto l’Associazione ha sempre operato in un contesto di massima libertà, “camminando con le proprie gambe” senza condizionamenti e al di fuori di qualsiasi schieramento politico e, se siamo cresciuti nel tempo, se abbiamo conquistato nuovi spazi e peso grazie all’opera di tutti, ed è grazie alle migliaia di associati, che hanno creduto e continuano a credere in noi.

E’ giusto sottolineare che L’Appc, in questi quaranta anni, ha fatto registrare una costante crescita a carattere esponenziale e grazie alle nuove linee programmatiche e ad una comunicazione al passo coi tempi sono arrivate, in ambito nazionale, moltissime adesioni di giovani proprietari, tanto che questa presenza sta diventando un elemento caratterizzante.

Infatti i giovani, che hanno acquistato un’abitazione principale, si riconoscono nel nostro operare, che non abbassa mai la guardia. Purtroppo è stata breve la parentesi in cui l’abitazione principale, dopo storiche battaglie, è stata liberata dai gravami fiscali.

Ma la mannaia di uno Stato, sempre più famelico, continua a colpire la proprietà, e conquistare l’equità è, di nuovo, obiettivo da perseguire, quindi continuare a lavorare con impegno ed energia è quello che chiediamo a tutti.

Non possiamo crogiolarci sulle “glorie” passate e su quanto costruito, con grandi sacrifici, da parte di chi ci ha preceduto, ma dobbiamo continuare a rinnovare ed innovare, soprattutto per le nuove generazioni, solo così la grande famiglia Appc potrà proseguire nel suo percorso.

Flavio Maccione
Segretario generale nazionale Appc
 

Quanto contenuto nel presente articolo ha carattere esemplificativo e non esaustivo per approfondimenti specifici occorre consultare, se iscritti , la sede A.P.P.C.

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