Il fatidico 16 giugno, “dies” della concentrazione delle scadenze fiscali, con debutto di IUC (TARI, TASI, IMU) incombe e propina l’ennesima stangata.
Dal punto di vista pratico, aliquote e regolamenti Tasi fissati all’ultimo momento nei Comuni che hanno deliberato, costringono proprietari e professionisti ad una corsa contro il tempo per rispettare la scadenza, ma il peggio è che al contribuente non rimane il tempo di programmare l’esborso, che è sempre significativo, il tutto in barba allo “statuto del contribuente”, cui si aggiunge il peso dell’ingiustificata discriminante di trattamento tra contribuenti, in quanto nei Comuni dove non si è deliberato il pagamento Tasi slitta.
Corsa a perdifiato, quindi, nei Comuni virtuosi per districarsi nell’apocalisse delle norme e delle quantificazioni del dovuto e non c’è gestione informatica che riesca a sgrovigliare le detrazioni messe in atto dalla oltremodo fervida creatività delle amministrazioni comunali, che, in assenza di casistiche precise fissate dal legislatore, si sono sbizzarrite creando un completo caos primordiale nel mettere in atto marchingegni, che consentissero di non rendere la TASI sull’abitazione principale più gravosa dell’IMU pagata nel 2012, senza peraltro riuscirci.
E’ così che il settore immobiliare continua a permanere nell’occhio del ciclone e rischia di essere stritolato da una pressione fiscale sempre più pesante derivante da infinite casistiche e miriadi di aliquote comprese quelle messe in atto dalla giovane Tasi.
Al piccolo proprietario non resta che mettersi in guardia e prepararsi a salire sulle barricate, udito che, tra le raccomandazioni che ci vengono dalla UE, per garantire il rispetto del patto di stabilità, si suggerisce il diabolico aumento della tassazione sugli immobili e sui consumi. Questa strategia perversa non porta certo a “sviluppo e crescita”, ma al disintegro del settore immobiliare già così pesantemente tartassato!
E’ da tenere presente che la pressione fiscale, nel nostro Paese, negli ultimi tre anni con la regia dei governi Monti e Letta è passata da 10 miliardi di euro agli attuali trentatre e ci ha posto sul gradino più alto: abbiamo conquistato il podio di cittadini più tartassati d’Europa!
L’Appc continua a ribadire che una politica miope e dagli effetti devastanti ha portato alla chiusura di migliaia di aziende operanti nel comparto immobiliare, con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro che vengono stimati in circa 810.000 !! Altro che sviluppo e crescita! Occorre cambiare rotta ed intervenire, ridisegnando ed alleggerendo il prelievo fiscale sugli immobili per rilanciare l’economia: non occorre essere profeti per rilevare che se non si interviene, presto e subito, si arriverà al collasso.
E’ ora che il governo Renzi faccia meno annunci e più fatti:, imponga meno tasse e più tagli alla spesa pubblica e agli sprechi e faccia una lotta, senza quartiere, alla corruzione, che ha sottratto risorse per oltre un punto del Pil: il Paese non può più attendere: o si interviene sulla pressione fiscale, da subito, o si muore!
dott. Flavio Maccione
segretario generale nazionale appc
Quanto contenuto nel presente articolo ha carattere esemplificativo e non esaustivo per approfondimenti specifici occorre consultare, se iscritti , la sede A.P.P.C.